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La Colombara di Trapani

Restauri ottocenteschi:

I documento trovati sono vari, sia nell’Archivio storico di Palermo che nel Fondo di Secrezia di quello di Trapani.

Nel fondo Real Segreteria Incartamenti dell’ Archivio di Stato di Palermo, vi si trovano documenti che riguardano la richiesta di restauro della Colombara: in successione vi sono le richieste a partire dal 1754 fino al 1770. In dettaglio sono state effettuate negli anni, 1754, ’57, ’58, ’63, ’64, ’65, ’67 e ’70. Ma cinquant’anni di richieste non sono servite a intervenire per il restauro, anzi se ne riparlerà addirittura dopo moti rivoluzionari del XXX gennaio del 1848, cioè quasi un secolo dopo le richieste. Il primo intervento borbonico, l’anno dopo, fu quello di adibire a prigione il fortilizio e questo protrarrà ancora l’inizio del restauro che avrà il suo prologo solo nel 1852. Le successive notizie si trovano nell’Archivio di Stato di Trapani. Una fitta corrispondenza tra il capo fregata, comandante del porto, Giacinto Lopez e l’Intendente della Provincia di Trapani ci chiariscono a chi sia stato affidato l’incarico dello studio del restauro della Colombara. Dalla lettera del 25 luglio 1852 si legge che l’architetto incaricato alla visita del castello è D. Nicolò Di Liberti D’Anna. Il 19 luglio 1853 il luogotenente Satriano, da Palermo, fa sapere all’Intendente della Provincia di Trapani che l’architetto in questione sta preparando “un progetto di riduzione della torre di codesto porto per renderla adatta a collocarvi un nuovo faro” . (A. S. TP, Fondo Intendenza vol. 62).

Il progetto con i relativi disegni sono custoditi presso l’Archivio di Stato di Palermo. Dopo questi indispensabili preliminari, finalmente l’11 agosto 1859 vengono intrapresi i lavoro di restauro. Dalla relazione dell’ingegnere Leonardo Previdi si evincono i lavori da effettuare e le note di spese. Purtroppo l’11 novembre dello stesso anno avviene il crollo del muro di tramezzo nel salone del primo piano della torre del faro. A questo punto c’è bisogno di una nuovo progetto di ristrutturazione. La relazione del 27 novembre 1859 è dell’ing. Ottavio Tiby, che su disposizione dell’Intendente della città portuale, predispone tutti i particolari del nuovo restauro della Colombara con il relative e dettagliate spese. (A.S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61). Si arriva così al 14 febbraio del 1860, quando finalmente la relazione e quindi i lavori di restauro vengono approvati dalla Commissione ai Lavori Pubblici. (A.S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61). Da quel giorno passerà ancora un anno prima che si possa completare la gara d’appalto. Il 30 gennaio del 1861 vengono stilati i capitolati d’appalto da parte di Matteo Bonfanti e Antonino Rizzo. Finalmente il 31 gennaio 1861, l’ing. Aggiunto Gaspare Spaccamento indirizza al governatore della provincia di Trapani una lettera nella quale si legge che il Governo locale aveva approvato “il verbale di aggiudicazione dell’appalto” . (A. S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61). Il 9 maggio 1861 l’ing. allievo Ottavio Tiby stila il verbale di consegna dei lavori che vengono visionati anche dal direttore dei lavori ing. Vincenzo Greco. A questo punto la documentazione fa chiarezza anche sulla lievitazione del costo, in quanto “dai calcoli effettuati dall’ing. Tiby, - scrive l’ing. Direttore Vincenzo Greco al Governatore di Trapani – è emerso che l’importo aveva subito una lievitazione” (ibidem). Così tra burocrazia e missive i lavori procedono a rilento. Altra lamentela è quella del maestro munifabro, Matteo Bonfanti, che spedisce una lettera al Governatore della Provincia di Trapani il 5 giugno 1861 per avere la fatturazione. Ancora il 10 agosto dello stesso anno, F. Napoli, segretario generale della Luogotenenza generale del re nelle province siciliane presso il Dicastero dei lavori Pubblici, indirizza al Governatore della Provincia di Trapani una lettera nella quale chiarisce una volta per tutte il perché dell’esubero della somma d’appalto: “l’esubero è stato causato da una manutenzione non prevista, ossia l’installazione di una catena di ferro resasi necessaria al riadattamento della fabbrica”. (A. S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61).

(...)

La Colombara di Trapani

Restauri ottocenteschi:

I documento trovati sono vari, sia nell’Archivio storico di Palermo che nel Fondo di Secrezia di quello di Trapani.

Nel fondo Real Segreteria Incartamenti dell’ Archivio di Stato di Palermo, vi si trovano documenti che riguardano la richiesta di restauro della Colombara: in successione vi sono le richieste a partire dal 1754 fino al 1770. In dettaglio sono state effettuate negli anni, 1754, ’57, ’58, ’63, ’64, ’65, ’67 e ’70. Ma cinquant’anni di richieste non sono servite a intervenire per il restauro, anzi se ne riparlerà addirittura dopo moti rivoluzionari del XXX gennaio del 1848, cioè quasi un secolo dopo le richieste. Il primo intervento borbonico, l’anno dopo, fu quello di adibire a prigione il fortilizio e questo protrarrà ancora l’inizio del restauro che avrà il suo prologo solo nel 1852. Le successive notizie si trovano nell’Archivio di Stato di Trapani. Una fitta corrispondenza tra il capo fregata, comandante del porto, Giacinto Lopez e l’Intendente della Provincia di Trapani ci chiariscono a chi sia stato affidato l’incarico dello studio del restauro della Colombara. Dalla lettera del 25 luglio 1852 si legge che l’architetto incaricato alla visita del castello è D. Nicolò Di Liberti D’Anna. Il 19 luglio 1853 il luogotenente Satriano, da Palermo, fa sapere all’Intendente della Provincia di Trapani che l’architetto in questione sta preparando “un progetto di riduzione della torre di codesto porto per renderla adatta a collocarvi un nuovo faro” . (A. S. TP, Fondo Intendenza vol. 62).

Il progetto con i relativi disegni sono custoditi presso l’Archivio di Stato di Palermo. Dopo questi indispensabili preliminari, finalmente l’11 agosto 1859 vengono intrapresi i lavoro di restauro. Dalla relazione dell’ingegnere Leonardo Previdi si evincono i lavori da effettuare e le note di spese. Purtroppo l’11 novembre dello stesso anno avviene il crollo del muro di tramezzo nel salone del primo piano della torre del faro. A questo punto c’è bisogno di una nuovo progetto di ristrutturazione. La relazione del 27 novembre 1859 è dell’ing. Ottavio Tiby, che su disposizione dell’Intendente della città portuale, predispone tutti i particolari del nuovo restauro della Colombara con il relative e dettagliate spese. (A.S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61). Si arriva così al 14 febbraio del 1860, quando finalmente la relazione e quindi i lavori di restauro vengono approvati dalla Commissione ai Lavori Pubblici. (A.S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61). Da quel giorno passerà ancora un anno prima che si possa completare la gara d’appalto. Il 30 gennaio del 1861 vengono stilati i capitolati d’appalto da parte di Matteo Bonfanti e Antonino Rizzo. Finalmente il 31 gennaio 1861, l’ing. Aggiunto Gaspare Spaccamento indirizza al governatore della provincia di Trapani una lettera nella quale si legge che il Governo locale aveva approvato “il verbale di aggiudicazione dell’appalto” . (A. S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61). Il 9 maggio 1861 l’ing. allievo Ottavio Tiby stila il verbale di consegna dei lavori che vengono visionati anche dal direttore dei lavori ing. Vincenzo Greco. A questo punto la documentazione fa chiarezza anche sulla lievitazione del costo, in quanto “dai calcoli effettuati dall’ing. Tiby, - scrive l’ing. Direttore Vincenzo Greco al Governatore di Trapani – è emerso che l’importo aveva subito una lievitazione” (ibidem). Così tra burocrazia e missive i lavori procedono a rilento. Altra lamentela è quella del maestro munifabro, Matteo Bonfanti, che spedisce una lettera al Governatore della Provincia di Trapani il 5 giugno 1861 per avere la fatturazione. Ancora il 10 agosto dello stesso anno, F. Napoli, segretario generale della Luogotenenza generale del re nelle province siciliane presso il Dicastero dei lavori Pubblici, indirizza al Governatore della Provincia di Trapani una lettera nella quale chiarisce una volta per tutte il perché dell’esubero della somma d’appalto: “l’esubero è stato causato da una manutenzione non prevista, ossia l’installazione di una catena di ferro resasi necessaria al riadattamento della fabbrica”. (A. S. TP Fondo: Intendenza della Provincia di Trapani vol. 61).

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