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Le isole Egadi

La StoriaFavignana,Marettimo,Levanzo

Il gruppo delle Egadi, in antico Aegates, comprende tre isole principali :Favignana sede del comune, Levanzo e Marettimo, e due isolotti: Formica (su cui sussistono i resti di una vecchia tonnara) e Maraonedisabitato. Le Egadi si sono formate, come isole, a partire dall'era quaternaria (circa 600 mila anni orsono), quando ancora la Sicilia era ben unita alla Calabria.

La prima a staccarsi fu Marettimo, mentre Favignana e Levanzo per ancora mezzo milione di anni fecero parte del continente, abitato da elefanti, ippopotami e orsi. La formazione delle isole fu dovuta a movimenti di abbassamento e rialzo delle acque, movimenti di cui resta traccia nelle rocce sedimentarie, nel tufo e nei fossili che si ritrovano nelle Egadi stesse. La Sicilia divenne un'isola circa 400 mila anni orsono e si pensa che Favignana e Levanzo si separarono dall'isola madre, divenendo a loro volta isole, attorno al 5000 a.C.
Abitate ii età preistorica, Favignana fu sede di un insediamento fenicio punico attestato da Tucidite, dato il ritrovamneto di una iscrizione neopunica sulla parete di un ipogeo, poi cimitero Paleocristiano. Furono conquistate dai Romani nel 241 a.C. a seguito della sconfitta nelle acque antistanti le isole, (battaglia delle Egadi) da parte della flotta Cartaginese da parte di Lutazio Catulo, a conclusione della prima guerra punica.
Successivamente le isole attraversarono un periodo di decadenza. Nel secolo IX gli Arabi vi costruirono alcune Torri di avvistamento e nel 1801 i Normanni realizzarono sull' isola di Favignana, un borgo medievale munito di poderose difese di cui rimangono oggi, i resti di Forte San Giacomo e di Santa Caterina. Dalla metà del secolo XVII le isole appartennero ai Pallavicino-Rusconi di Genova, dai quali nel 1874 le acquistarono, insieme ai diritti di pesca, i Florio, ricca famiglia di imprenditori palermitani che vi impiantarono una fiornente industria della pesca, e con i quali le tonnare raggiunsero il massimo splendore.


Favignana

Favignana , l'isola maggiore delle Isole Egadi, posizionata a circaFavignana - LA MAGGIORE DELLE ISOLE 9 miglia da Trapani, deve il suo nome al vento Favonio. Ha una superficie di 19,38 Kmq , costituita dalle due pianure, una detta il Bosco verso ovest e l'altra detta la Piana ad est della Sicilia. Al centro il corpo massiccio costituito dalla montagna che culmina con la vetta Santa Caterina (302 mt) su cui si trova l' omonimo castello. Geologicamente è costituita da tufo, numerose sone infatti le cave a cielo aperto dalla quale si estrae questa pietra ormai da antica data, e con le quali sono stati realizzati tanti tra i piu bei edifici siciliani. E' ricca di vegetazione di tipo mediterraneo, con coltivazioni di alberi da frutto. Di Favignana "storica" si comincia a sentir parlare come di avamposto dei fenici, che la chiamavano Katria. Navigatori nati, esperti commercianti, intelligenti viaggiatori, i fenici avevano posto solide basi navali nel Mediterraneo per poter scorrazzare, fermarsi a loro piacere e per meglio governare i loro commerci e i loro scambi. Anche Favignana, come le altre isole siciliane, fu un porto fenicio. Da sempre al centro del mar Mediterraneo è stata un punto strategico per tutti i popoli che si sono affacciati su questo Favignana : Cala rossamare e che per il suo predominio si sono scontrati in epiche battaglie. La più nota di queste resta quella che nel 241 a.C. contrappose i Cartaginesi ai Romani, si svolse nel mare prospicente l'isola e fu decisiva per la sorte della prima guerra punica: Lutezio Catulo guidava le navi romane, le famose pentere o quinquiremi, nelle quali si era concentrato lo sforzo bellico romano; Annone comandava la flotta cartaginese che portava armi e rifornimenti ad Amilcare Barca, appostato a Erice, nelle vicinanze di Drepanum (Trapani). Fu la più terribile battaglia navale dell'antichità: al largo della punta nordorientale di Favignana affondarono circa 150 navi, tra romane e cartaginesi. Quattordicimila i morti e circa diecimila i prigionieri cartaginesi catturati dai romani. Si dice che Cala Rossa abbia preso il nome dal sangue di quei morti. È certo che questa battaglia rovesciò le sorti della storia, facendo di Roma la regina del Mediterraneo e segnando la fine del predominio cartaginese. Le 150 ancore di piombo ritrovate qualche anno fa sui fondali della costa est di Levanzo sono resti di questa tragica vicenda storica.
Alla dominazione romana succedette la dominazione degli arabi, che grande sviluppo diedero alla tradizionale pesca del tonno che si perpetua da secoli in quest'isola: la mattanza. È dal riconoscimento dell'importanza delle tonnare che inizia la storia più moderna di Favignana e delle sue sorelle. Dal XVI secolo si creò una sorta di gemellaggio tra le isole e i liguri, che le trasformarono ir vere e proprie basi strategiche. Verso la metà de XVII secolo i banchieri genovesi Pallavicini-Rusconi creditori di Filippo IV di Spagna, ottennero dal l'intero arcipelago e le sue tonnare. Ne furono proprietari fino al 1874 quando altri genovesi, i Florio acquistarono le isole e i relativi diritti di pesca per due milioni di lire dell' epoca. I Florio hanno rivestito grande importanza per Favignana; oltre ad ampliare ammodernare la tonnara, fecero costruire uno stabilimento per la lavorazione e conservazione dei prodotti ittici e una bellissima dimora, opera dell'architetto Damiani Almejda. In seguito, ai Florio succede un'altra famiglia genovese, i Parodi, e così continua i gemellaggio Egadi-Liguria.

Gli abitanti di Favignana abitarono nelle grotte per secoli: per difesa e perché il tufo offriva facili rifugi. Il primo vero nucleo urbano dell'isola fu il quartiere Sant'Anna, sorto alla metà del Seicento. Ma solo nel Settecento con l'introduzione dell'agricoltura e la trasformazione delle grotte in fienili e stalle, gli abitanti uscirono dalle loro case-caverne. Non c'è una strada che gira attorno a tutta l'isola perciò il periplo si effettua solo per via mare.
Un ipotetico itinerario via terra alla scoperta dell'isola parte da Favignana centro. Sul porto, vale la pena di andare a dare un'occhiata ai vecchi stabilimenti, uno spaccato storico tuttora ricco di bellissime immagini e significati. Vincenzo Florio infatti, il primo a utilizzare tutte quelle parti del pesce che prima venivano scartate, fece costruire questi edifici che per la loro bellezza sono stati spesso paragonati a delle cattedrali gotiche. È sempre Vincenzo Florio che iniziò la conservazione del tonno sott'olio e aprì le porte verso un'esportazione mondiale. All'interno dello stabilimento, una targa ricorda che nel 1878, sotto la direzione del Rais Casubolo, in una stagione furono pescati ben 10.159 tonni. Nel giardino si possono ammirare stupendi esemplari di alberi esotici fatti piantare dai Florio, il cui palazzo, prospiciente anch'esso il porto, merita una visita all'interno. La strada che conduce alla Montagna Grossa è percorribile solo fino a un certo punto perché il forte omonimo, ex prigione borbonica, è oggi area militare. Poi entra in scena il mare, perché è d'obbligo bagnarsi a Cala Rossa, al Bue Marino, alla Cala Azzurra. Superata Punta Fanfalo, la costa bassa e rocciosa porta a Punta Longa presidiata da un gruppo di sparute casette e a un porticciolo per barche da pesca. La strada si inerpica quindi lungo il costone del Monte Caterina e in pochi chilometri si raggiunge il versante occidentale dell'isola caratterizzato dal dolce pendio delle montagne che digrada in basso in un verdeggiare di macchia mediterranea. Un sentiero, infine, porta al faro di Punta Sottile. I camminatori più accaniti possono raggiungere anche Punta di Ferro e Punta Faraglione, estremi lembi a nord dell'isola, famosi per i fondali ricchi di ricciole e dove spesso saltano i delfini.
Come già detto le spiagge più belle sono quelle di Cala Rossa, quando il vento soffia da sud; Cala Azzurra, Lido Burrone e Marasolo quando il vento tira da nord; lo Stornello, Cala Rotonda e Cala Grande quando il vento spira da est. Un discorso particolare per le grotte, dove i favignanesi trovavano riparo durante gli agguati dei pirati. Avevano una botola al centro, sul tetto, che come un coperchio si chiudeva sui rifugiati non appena si avvistavano i corsari. Da fermarsi alle grotte poste nel tratto di costa nord orientale che precede l'imboccatura del porto, dove i riflessi azzurri dell'acqua sfumano nel viola del fondo e delle pareti. A ovest c'è inoltre la Grotta del Bue Marino, dove pare si rifugiasse una foca monaca. Di fronte all'insenatura dello Stornello si trovano gli isolotti di Galera, Galeotta e Preveto: quest'ultimo era una colonia di conigli selvatici.

Monumenti

- Torri di difesa saracene furono costruite tra l'800 e il 900 d.C. , i cristiani le trasformarono nelle fortezze di Santa Caterina, San Giacomo e San Leonardo.
Il Forte di Santa Caterina fu costruito nel XII secolo da Ruggero II il Normanno. Nel 1498 Andrea Rizzo, signore di Favignana, lo rinforzò contro gli attacchi dei corsari; nel 1655 di nuovo il Forte fu ripotenziato dagli aragonesi, mentre nel 1794 fu trasformato in carcere dai Borboni. Vi furono inviati anche Guglielmo Pepe e Giovanni Nicotera, rei di aver fomentato moti sediziosi antiborbonici. Ci volle lo sbarco di Garibaldi a Marsala nel 1860 perché gli ultimi prigionieri di Santa Caterina uscissero dalle celle, che vennero devastate dalla folla.
A Forte San Giacomo, costruito da Ruggero II, rinforzato da Andrea Rizzo, divenuto bagno penale sotto Ferdinando II nel 1837, furono rinchiusi eroi del Risorgimento come i fratelli Botta e Ugdulena. A tutt'oggi il Forte è carcere di massima sicurezza.
Al posto dell'altro Forte, San Leonardo, fu invece costruita la Villa Florio, elegante edificio realizzato in stile Liberty edificato nel 1876 , su disegno, probabilmente di G. Damiani Almeida, al quale forse è da attribiure anche il progetto degli edifici della tonnara e del fronte del porto.
- La Chiesa Matrice, edificata nel 1704 per ordine di Filippo II;

Eventi e manifestazioni

- La Mattanza dei tonni - Ancor oggi la terminologia della mattanza - che si svolge tra maggio e giugno - i suoi riti e i suoi suoni, che ricordano il predominio arabo, si svolge nella tonnara che fu dei Florio. In questo periodo i branchi di tonni seguono le correnti che dall'oceano portano nel più tiepido Mediterraneo per deporre e fecondare le uova. I maschi, dell'età di tré-quattro anni, fecondano la miriade di uova seminate dalle femmine. Immaginate branchi di 10-12 mila animali, con esemplari giovani di un metro di lunghezza e 25 chilogrammi di peso e altri lunghi più di due metri e pesanti non meno di un quintale. Seguono la scia delle femmine, spargono il loro seme, e così si compie la procreazione di centinaia di tonni. A questo punto entrano in scena i pescatori, che spingono i branchi verso l'apertura della tonnara. Quello che era un rito d'amore si trasforma in rito di morte, la mattanza appunto, nel la quale il mare si tinge di rosso per il sangue delle bestie catturate e ormai prossime alla fine. Non si tratta di una violenza gratuita bensì di una necessaria attività di pesca, di un rito immutato nel tempo, Un rito con tanto di sacerdote, il "rais", che dopo aver trascorso giorni e notti a fiutare il vento, intuisce la corrente da seguire e dirige tutte le operazioni della pesca, dal calo delle reti in mare al segnale della fine di una lotta, che è pur sempre per la sopravvivenza
Oggi gli stabilimenti sono abbandonati, una sola tonnara è ancora in funzione ed è probabile che sii l'ultima in Italia a utilizzare metodi tradizionali.

- La Settimana delle Egadi, manifestazioni artistiche e culturali legate all'antico rito della pesca dei tonni(da maggio a giugno) organizzata dall''Ente Provinciale per il Turismo di Trapani.
- La festa del Santissimo Crocifisso con cerimonie religiose e intrattenimenti (settembre)



Levanzo

Si trova di fronte a Favignana ,ed è la piu piccola fra le isole Egadi. Secondo alcuni sarebbe la LevanzoBucinna nominata da Plinio il Vecchio, il suo antico nome fu Phorbantia. Minuscola (ha una superficie di 6 kmq), Levanzo è coperta da colline che culminano nel Pizzo del Monaco (278 m) che si getta in mare formando coste rocciose tormentate, particolarmente belle nella parte sud-occidentale. E attraversata da un'unica strada che la percorre da sud a nord. L' isola è ricca si grotte , con tracce di insediamenti umani di età preistorica. La più importante e la Grotta del Genovese le cui incisioni e pitture costituiscono certamente il complesso di figure parietali, opere dei cacciatori di età paleolitica, più interessante del nostro Paese e certamente tra i più importanti del mondo. Queste figure rappresentanti, bovini, cervidi ed equini e uomini, vennero alla luce dopo dodicimila anni grazie ad una studentessa fiorentina, Francesca Minellomo, nell'estate del 1950. La grotta è distante circa 4 Km dal paese ed è raggiungibile in barca.
Il Faro di levanzo Levanzo ha la forma di un triangolo. L' abitato, a cui fanno scenario ricchi vigneti, è situato proprio nell'insenatura naturale, sulla riva di Cala Dogana e sulla sommità si possono ammirare, ancora oggi, le vestigia di una antica torre di avvistamento saracena. I suoi abitanti, pare, fino ai primi anni del 1800 adibivano ad abitazione le grotte dell'isola. Il paese vero e proprio assunse tale sembianza intorno al 1850. Nel 1883 “il giorno 8 del mese di febbraio, la quinta feria dopo le ceneri, giorno dedicato nel calendario diocesano a S. Giovanni De Matha”, come ricorda il Sacerdote Mario Zinnanti, primo regio cappellano curato e rettore della real Chiesa parrocchiale dell'isola di Marettimo, venne benedetta la Chiesa di Levanzo, in mezzo all'abitato. Prima di allora ne esisteva una, situata sull'altopiano, in un magazzino del Barone Pallavicino, per il quale questi percepiva un affitto dal Governo.
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Marettimo

L' isola di Marettimo è la più lontana dalla costa siciliana, dista infatti 38 Km da Trapani. L'isola Marettimorisulta abitata fin dai tempi più antichi. Sulla costa orientale ci sono strutture di epoca romana: resti di edifici risalenti alla prima età imperialee a poca distanza da questi i resti di una chiesetta del periodo normanno. La storia geologica è profondamente diversa da quella del resto dell'arcipelago. Marettimo cominciò a formarsi intorno a ducento milioni di anni fa, quando ancora Favignana e Levanzo erano unite alla Sicilia. I greci e i romani la chiamarono Hiera; il nome attuale deriva dal timo, pianta assai diffusa sull'isola. Le vicende storiche che vanno dal periodo punico fino alla venuta dei Florio si accomunano a quelle del resto dell'arcipelago.
Proprio fino all'inizio del secolo a Marettimo funzionava una tonnara il cui pescato veniva trasporato a Favignana per la lavorazione. Marettimo - La costaAll'epoca dei Borboni, marettimo fu anche luogo di detenzione. Il forte che è ancora visibile sulla punta Troia, nell'estremità nord-occidentale fu per anni prigione politica.
Come il resto delle egadi Marettimo è un paradiso naturalistico. Il litorale scosceso, le grotte marine, possono essere visitate soltanto facendo in barca il giro dell' isola. L'abitato di marettimo è situato sulla costa orientale . Da qui portando lo sguardo verso nord si scorge Punta Troia che con fierezza si protende verso il mare con il suo Castello, costruito dagli Spagnoli nel XVII secolo. Proseguendo per Punta Troia e superato il promontorio, un'altra sosta alla grotta del Tuono, nella costa settentrionale dell 'isola che termina a punta Mugnone:ecco qui la Cala bianca chiusa ad est da una possente muraglia rocciosa. Da qui comincia il fantastico scenario della costa occidentale: proseguendo su questo lato dell'isola arriviamo alla Grotta del "presepe" , forse la più bella , vi si può entrare in barca e ammirare i giochi di luce creati dalle stalattiti e stalagmiti che assieme ai depositi di calcare hanno creato figure che ricordano i personaggi della natività. Infine si arriva alla grotta della "Bombarda" che prende il nome dai boati che vi produce il moto ondoso. E' la più vasta e ha le acque più profonde. Nei pressi vi è la cala dello Spalmatore dove è possibile sbarcare per una breve escursione sulle pendici del monte Falcone. Dopo Punta Libeccio si trova la secca del "cretazzo", luogo d'immersione ideale per gli amanti della fotografia subacquea per la rigogliosa flora e l'abbondante fauna. I fondali sono inferiori al metro e si possono trovare murene, gronghi, cernie, ricciole, saraghi e tanti altri tipi di pesci. Seguendo ancora la costa si arriva a Punta Bassana il cui fondale è ricco di posidonie, spugne, aragoste, dentici, ecc.. Continuando il periplo, si giunge a Cala Marino dove si osservano alcune piccole spiagge prima di arrivare al paese.


Le isole Egadi

La StoriaFavignana,Marettimo,Levanzo

Il gruppo delle Egadi, in antico Aegates, comprende tre isole principali :Favignana sede del comune, Levanzo e Marettimo, e due isolotti: Formica (su cui sussistono i resti di una vecchia tonnara) e Maraonedisabitato. Le Egadi si sono formate, come isole, a partire dall'era quaternaria (circa 600 mila anni orsono), quando ancora la Sicilia era ben unita alla Calabria.

La prima a staccarsi fu Marettimo, mentre Favignana e Levanzo per ancora mezzo milione di anni fecero parte del continente, abitato da elefanti, ippopotami e orsi. La formazione delle isole fu dovuta a movimenti di abbassamento e rialzo delle acque, movimenti di cui resta traccia nelle rocce sedimentarie, nel tufo e nei fossili che si ritrovano nelle Egadi stesse. La Sicilia divenne un'isola circa 400 mila anni orsono e si pensa che Favignana e Levanzo si separarono dall'isola madre, divenendo a loro volta isole, attorno al 5000 a.C.
Abitate ii età preistorica, Favignana fu sede di un insediamento fenicio punico attestato da Tucidite, dato il ritrovamneto di una iscrizione neopunica sulla parete di un ipogeo, poi cimitero Paleocristiano. Furono conquistate dai Romani nel 241 a.C. a seguito della sconfitta nelle acque antistanti le isole, (battaglia delle Egadi) da parte della flotta Cartaginese da parte di Lutazio Catulo, a conclusione della prima guerra punica.
Successivamente le isole attraversarono un periodo di decadenza. Nel secolo IX gli Arabi vi costruirono alcune Torri di avvistamento e nel 1801 i Normanni realizzarono sull' isola di Favignana, un borgo medievale munito di poderose difese di cui rimangono oggi, i resti di Forte San Giacomo e di Santa Caterina. Dalla metà del secolo XVII le isole appartennero ai Pallavicino-Rusconi di Genova, dai quali nel 1874 le acquistarono, insieme ai diritti di pesca, i Florio, ricca famiglia di imprenditori palermitani che vi impiantarono una fiornente industria della pesca, e con i quali le tonnare raggiunsero il massimo splendore.


Favignana

Favignana , l'isola maggiore delle Isole Egadi, posizionata a circaFavignana - LA MAGGIORE DELLE ISOLE 9 miglia da Trapani, deve il suo nome al vento Favonio. Ha una superficie di 19,38 Kmq , costituita dalle due pianure, una detta il Bosco verso ovest e l'altra detta la Piana ad est della Sicilia. Al centro il corpo massiccio costituito dalla montagna che culmina con la vetta Santa Caterina (302 mt) su cui si trova l' omonimo castello. Geologicamente è costituita da tufo, numerose sone infatti le cave a cielo aperto dalla quale si estrae questa pietra ormai da antica data, e con le quali sono stati realizzati tanti tra i piu bei edifici siciliani. E' ricca di vegetazione di tipo mediterraneo, con coltivazioni di alberi da frutto. Di Favignana "storica" si comincia a sentir parlare come di avamposto dei fenici, che la chiamavano Katria. Navigatori nati, esperti commercianti, intelligenti viaggiatori, i fenici avevano posto solide basi navali nel Mediterraneo per poter scorrazzare, fermarsi a loro piacere e per meglio governare i loro commerci e i loro scambi. Anche Favignana, come le altre isole siciliane, fu un porto fenicio. Da sempre al centro del mar Mediterraneo è stata un punto strategico per tutti i popoli che si sono affacciati su questo Favignana : Cala rossamare e che per il suo predominio si sono scontrati in epiche battaglie. La più nota di queste resta quella che nel 241 a.C. contrappose i Cartaginesi ai Romani, si svolse nel mare prospicente l'isola e fu decisiva per la sorte della prima guerra punica: Lutezio Catulo guidava le navi romane, le famose pentere o quinquiremi, nelle quali si era concentrato lo sforzo bellico romano; Annone comandava la flotta cartaginese che portava armi e rifornimenti ad Amilcare Barca, appostato a Erice, nelle vicinanze di Drepanum (Trapani). Fu la più terribile battaglia navale dell'antichità: al largo della punta nordorientale di Favignana affondarono circa 150 navi, tra romane e cartaginesi. Quattordicimila i morti e circa diecimila i prigionieri cartaginesi catturati dai romani. Si dice che Cala Rossa abbia preso il nome dal sangue di quei morti. È certo che questa battaglia rovesciò le sorti della storia, facendo di Roma la regina del Mediterraneo e segnando la fine del predominio cartaginese. Le 150 ancore di piombo ritrovate qualche anno fa sui fondali della costa est di Levanzo sono resti di questa tragica vicenda storica.
Alla dominazione romana succedette la dominazione degli arabi, che grande sviluppo diedero alla tradizionale pesca del tonno che si perpetua da secoli in quest'isola: la mattanza. È dal riconoscimento dell'importanza delle tonnare che inizia la storia più moderna di Favignana e delle sue sorelle. Dal XVI secolo si creò una sorta di gemellaggio tra le isole e i liguri, che le trasformarono ir vere e proprie basi strategiche. Verso la metà de XVII secolo i banchieri genovesi Pallavicini-Rusconi creditori di Filippo IV di Spagna, ottennero dal l'intero arcipelago e le sue tonnare. Ne furono proprietari fino al 1874 quando altri genovesi, i Florio acquistarono le isole e i relativi diritti di pesca per due milioni di lire dell' epoca. I Florio hanno rivestito grande importanza per Favignana; oltre ad ampliare ammodernare la tonnara, fecero costruire uno stabilimento per la lavorazione e conservazione dei prodotti ittici e una bellissima dimora, opera dell'architetto Damiani Almejda. In seguito, ai Florio succede un'altra famiglia genovese, i Parodi, e così continua i gemellaggio Egadi-Liguria.

Gli abitanti di Favignana abitarono nelle grotte per secoli: per difesa e perché il tufo offriva facili rifugi. Il primo vero nucleo urbano dell'isola fu il quartiere Sant'Anna, sorto alla metà del Seicento. Ma solo nel Settecento con l'introduzione dell'agricoltura e la trasformazione delle grotte in fienili e stalle, gli abitanti uscirono dalle loro case-caverne. Non c'è una strada che gira attorno a tutta l'isola perciò il periplo si effettua solo per via mare.
Un ipotetico itinerario via terra alla scoperta dell'isola parte da Favignana centro. Sul porto, vale la pena di andare a dare un'occhiata ai vecchi stabilimenti, uno spaccato storico tuttora ricco di bellissime immagini e significati. Vincenzo Florio infatti, il primo a utilizzare tutte quelle parti del pesce che prima venivano scartate, fece costruire questi edifici che per la loro bellezza sono stati spesso paragonati a delle cattedrali gotiche. È sempre Vincenzo Florio che iniziò la conservazione del tonno sott'olio e aprì le porte verso un'esportazione mondiale. All'interno dello stabilimento, una targa ricorda che nel 1878, sotto la direzione del Rais Casubolo, in una stagione furono pescati ben 10.159 tonni. Nel giardino si possono ammirare stupendi esemplari di alberi esotici fatti piantare dai Florio, il cui palazzo, prospiciente anch'esso il porto, merita una visita all'interno. La strada che conduce alla Montagna Grossa è percorribile solo fino a un certo punto perché il forte omonimo, ex prigione borbonica, è oggi area militare. Poi entra in scena il mare, perché è d'obbligo bagnarsi a Cala Rossa, al Bue Marino, alla Cala Azzurra. Superata Punta Fanfalo, la costa bassa e rocciosa porta a Punta Longa presidiata da un gruppo di sparute casette e a un porticciolo per barche da pesca. La strada si inerpica quindi lungo il costone del Monte Caterina e in pochi chilometri si raggiunge il versante occidentale dell'isola caratterizzato dal dolce pendio delle montagne che digrada in basso in un verdeggiare di macchia mediterranea. Un sentiero, infine, porta al faro di Punta Sottile. I camminatori più accaniti possono raggiungere anche Punta di Ferro e Punta Faraglione, estremi lembi a nord dell'isola, famosi per i fondali ricchi di ricciole e dove spesso saltano i delfini.
Come già detto le spiagge più belle sono quelle di Cala Rossa, quando il vento soffia da sud; Cala Azzurra, Lido Burrone e Marasolo quando il vento tira da nord; lo Stornello, Cala Rotonda e Cala Grande quando il vento spira da est. Un discorso particolare per le grotte, dove i favignanesi trovavano riparo durante gli agguati dei pirati. Avevano una botola al centro, sul tetto, che come un coperchio si chiudeva sui rifugiati non appena si avvistavano i corsari. Da fermarsi alle grotte poste nel tratto di costa nord orientale che precede l'imboccatura del porto, dove i riflessi azzurri dell'acqua sfumano nel viola del fondo e delle pareti. A ovest c'è inoltre la Grotta del Bue Marino, dove pare si rifugiasse una foca monaca. Di fronte all'insenatura dello Stornello si trovano gli isolotti di Galera, Galeotta e Preveto: quest'ultimo era una colonia di conigli selvatici.

Monumenti

- Torri di difesa saracene furono costruite tra l'800 e il 900 d.C. , i cristiani le trasformarono nelle fortezze di Santa Caterina, San Giacomo e San Leonardo.
Il Forte di Santa Caterina fu costruito nel XII secolo da Ruggero II il Normanno. Nel 1498 Andrea Rizzo, signore di Favignana, lo rinforzò contro gli attacchi dei corsari; nel 1655 di nuovo il Forte fu ripotenziato dagli aragonesi, mentre nel 1794 fu trasformato in carcere dai Borboni. Vi furono inviati anche Guglielmo Pepe e Giovanni Nicotera, rei di aver fomentato moti sediziosi antiborbonici. Ci volle lo sbarco di Garibaldi a Marsala nel 1860 perché gli ultimi prigionieri di Santa Caterina uscissero dalle celle, che vennero devastate dalla folla.
A Forte San Giacomo, costruito da Ruggero II, rinforzato da Andrea Rizzo, divenuto bagno penale sotto Ferdinando II nel 1837, furono rinchiusi eroi del Risorgimento come i fratelli Botta e Ugdulena. A tutt'oggi il Forte è carcere di massima sicurezza.
Al posto dell'altro Forte, San Leonardo, fu invece costruita la Villa Florio, elegante edificio realizzato in stile Liberty edificato nel 1876 , su disegno, probabilmente di G. Damiani Almeida, al quale forse è da attribiure anche il progetto degli edifici della tonnara e del fronte del porto.
- La Chiesa Matrice, edificata nel 1704 per ordine di Filippo II;

Eventi e manifestazioni

- La Mattanza dei tonni - Ancor oggi la terminologia della mattanza - che si svolge tra maggio e giugno - i suoi riti e i suoi suoni, che ricordano il predominio arabo, si svolge nella tonnara che fu dei Florio. In questo periodo i branchi di tonni seguono le correnti che dall'oceano portano nel più tiepido Mediterraneo per deporre e fecondare le uova. I maschi, dell'età di tré-quattro anni, fecondano la miriade di uova seminate dalle femmine. Immaginate branchi di 10-12 mila animali, con esemplari giovani di un metro di lunghezza e 25 chilogrammi di peso e altri lunghi più di due metri e pesanti non meno di un quintale. Seguono la scia delle femmine, spargono il loro seme, e così si compie la procreazione di centinaia di tonni. A questo punto entrano in scena i pescatori, che spingono i branchi verso l'apertura della tonnara. Quello che era un rito d'amore si trasforma in rito di morte, la mattanza appunto, nel la quale il mare si tinge di rosso per il sangue delle bestie catturate e ormai prossime alla fine. Non si tratta di una violenza gratuita bensì di una necessaria attività di pesca, di un rito immutato nel tempo, Un rito con tanto di sacerdote, il "rais", che dopo aver trascorso giorni e notti a fiutare il vento, intuisce la corrente da seguire e dirige tutte le operazioni della pesca, dal calo delle reti in mare al segnale della fine di una lotta, che è pur sempre per la sopravvivenza
Oggi gli stabilimenti sono abbandonati, una sola tonnara è ancora in funzione ed è probabile che sii l'ultima in Italia a utilizzare metodi tradizionali.

- La Settimana delle Egadi, manifestazioni artistiche e culturali legate all'antico rito della pesca dei tonni(da maggio a giugno) organizzata dall''Ente Provinciale per il Turismo di Trapani.
- La festa del Santissimo Crocifisso con cerimonie religiose e intrattenimenti (settembre)



Levanzo

Si trova di fronte a Favignana ,ed è la piu piccola fra le isole Egadi. Secondo alcuni sarebbe la LevanzoBucinna nominata da Plinio il Vecchio, il suo antico nome fu Phorbantia. Minuscola (ha una superficie di 6 kmq), Levanzo è coperta da colline che culminano nel Pizzo del Monaco (278 m) che si getta in mare formando coste rocciose tormentate, particolarmente belle nella parte sud-occidentale. E attraversata da un'unica strada che la percorre da sud a nord. L' isola è ricca si grotte , con tracce di insediamenti umani di età preistorica. La più importante e la Grotta del Genovese le cui incisioni e pitture costituiscono certamente il complesso di figure parietali, opere dei cacciatori di età paleolitica, più interessante del nostro Paese e certamente tra i più importanti del mondo. Queste figure rappresentanti, bovini, cervidi ed equini e uomini, vennero alla luce dopo dodicimila anni grazie ad una studentessa fiorentina, Francesca Minellomo, nell'estate del 1950. La grotta è distante circa 4 Km dal paese ed è raggiungibile in barca.
Il Faro di levanzo Levanzo ha la forma di un triangolo. L' abitato, a cui fanno scenario ricchi vigneti, è situato proprio nell'insenatura naturale, sulla riva di Cala Dogana e sulla sommità si possono ammirare, ancora oggi, le vestigia di una antica torre di avvistamento saracena. I suoi abitanti, pare, fino ai primi anni del 1800 adibivano ad abitazione le grotte dell'isola. Il paese vero e proprio assunse tale sembianza intorno al 1850. Nel 1883 “il giorno 8 del mese di febbraio, la quinta feria dopo le ceneri, giorno dedicato nel calendario diocesano a S. Giovanni De Matha”, come ricorda il Sacerdote Mario Zinnanti, primo regio cappellano curato e rettore della real Chiesa parrocchiale dell'isola di Marettimo, venne benedetta la Chiesa di Levanzo, in mezzo all'abitato. Prima di allora ne esisteva una, situata sull'altopiano, in un magazzino del Barone Pallavicino, per il quale questi percepiva un affitto dal Governo.
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Marettimo

L' isola di Marettimo è la più lontana dalla costa siciliana, dista infatti 38 Km da Trapani. L'isola Marettimorisulta abitata fin dai tempi più antichi. Sulla costa orientale ci sono strutture di epoca romana: resti di edifici risalenti alla prima età imperialee a poca distanza da questi i resti di una chiesetta del periodo normanno. La storia geologica è profondamente diversa da quella del resto dell'arcipelago. Marettimo cominciò a formarsi intorno a ducento milioni di anni fa, quando ancora Favignana e Levanzo erano unite alla Sicilia. I greci e i romani la chiamarono Hiera; il nome attuale deriva dal timo, pianta assai diffusa sull'isola. Le vicende storiche che vanno dal periodo punico fino alla venuta dei Florio si accomunano a quelle del resto dell'arcipelago.
Proprio fino all'inizio del secolo a Marettimo funzionava una tonnara il cui pescato veniva trasporato a Favignana per la lavorazione. Marettimo - La costaAll'epoca dei Borboni, marettimo fu anche luogo di detenzione. Il forte che è ancora visibile sulla punta Troia, nell'estremità nord-occidentale fu per anni prigione politica.
Come il resto delle egadi Marettimo è un paradiso naturalistico. Il litorale scosceso, le grotte marine, possono essere visitate soltanto facendo in barca il giro dell' isola. L'abitato di marettimo è situato sulla costa orientale . Da qui portando lo sguardo verso nord si scorge Punta Troia che con fierezza si protende verso il mare con il suo Castello, costruito dagli Spagnoli nel XVII secolo. Proseguendo per Punta Troia e superato il promontorio, un'altra sosta alla grotta del Tuono, nella costa settentrionale dell 'isola che termina a punta Mugnone:ecco qui la Cala bianca chiusa ad est da una possente muraglia rocciosa. Da qui comincia il fantastico scenario della costa occidentale: proseguendo su questo lato dell'isola arriviamo alla Grotta del "presepe" , forse la più bella , vi si può entrare in barca e ammirare i giochi di luce creati dalle stalattiti e stalagmiti che assieme ai depositi di calcare hanno creato figure che ricordano i personaggi della natività. Infine si arriva alla grotta della "Bombarda" che prende il nome dai boati che vi produce il moto ondoso. E' la più vasta e ha le acque più profonde. Nei pressi vi è la cala dello Spalmatore dove è possibile sbarcare per una breve escursione sulle pendici del monte Falcone. Dopo Punta Libeccio si trova la secca del "cretazzo", luogo d'immersione ideale per gli amanti della fotografia subacquea per la rigogliosa flora e l'abbondante fauna. I fondali sono inferiori al metro e si possono trovare murene, gronghi, cernie, ricciole, saraghi e tanti altri tipi di pesci. Seguendo ancora la costa si arriva a Punta Bassana il cui fondale è ricco di posidonie, spugne, aragoste, dentici, ecc.. Continuando il periplo, si giunge a Cala Marino dove si osservano alcune piccole spiagge prima di arrivare al paese.


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