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Trapani - La Storia




STUDIO DI TRAPANI DALLE ORIGINI AI NOSTRI GIORNI
ITINERARI ARTISTICO CULTURALI

CAPITOLO 2
Lo sviluppo del nucleo cittadino fino alla dominazione bizantina

Originariamente Trapani aveva una forma quadrata, con un perimetro che si estendeva per circa un miglio.
Essa era delimitata dalla cinta di mura lungo la via XXX Gennaio, che segnava il confine con la campagna, dalla quale era divisa da un fossato e da un canale navigabile che collegava i due mari, quello di tramontana e quello di mezzogiorno.
L'estensione del territorio occupava gli attuali quartieri di S. Pietro e S. Nicola.
Trapani assunse un'importanza strategica soprattutto durante la prima guerra punica, combattuta tra cartaginesi e romani.
La città fu sempre protetta da una robusta cinta muraria che nel corso dei secoli subì molti cambiamenti.
Le mura, elemento importante per la difesa della città, si estendevano da Piazza Vittorio Veneto, via XXX Gennaio, via Ammiraglio Staiti, verso ovest per torre Ligny e poi verso est lungo il Mar Tirreno.
Purtroppo oggi di queste ne rimangono solo pochi resti a causa dell'abbattimento che avvenne nel 1870.
Le 5 torri, sentinelle della città, furono realizzate durante la colonizzazione fenicia.
Esse erano: Torre del Castello di Terra, Torre Peliade (Colombaia), Torre Pali, Torre Vecchia e Torre Oscura.
CASTELLO DI TERRALa Torre del Castello di Terra, di origine punica, era situata a Piazza Vittorio Veneto, dove ora sorge il palazzo della Questura, dietro il quale possiamo ancora oggi ammirarne i resti lungo il litorale Dante Alighieri.
La torre fu ristrutturata nel XIV sec, e dopo numerosi cambiamenti nell'800 assunse le sembianze di una caserma borbonica, infine fu abbattuta per dare spazio alla nuova costruzione della Questura.
L'altra guardiana della città era la Torre Peliade, detta anche Colombaia, opposta al Castello di Terra, che sorse sul piccolo isolotto omonimo.
Voluta da Amilcare Barca, Generale cartaginese, essa era un fortilizio militare e guida per i naviganti, in quanto situata all'ingresso del prezioso porto.
Ristrutturata nel periodo aragonese dopo il 1534, subì molti cambiamenti, messi in atto da Carlo V e Filippo II.
La struttura è tipicamente gotica come la strutture militari del XIV sec.
Nel 1670 secondo il volere del principe di Ligny il Castello subì un consolidamento ad opera del De Grunemberg.
Fino agli anni 60' il Castello fu adoperato come carcere.
Non meno importante era il Bastione dell'Impossibile così chiamato per le difficoltà a cui dovettero far fronte i suoi costruttori, a causa del terreno acquitrinoso.
Nel 1671 fu fatta edificare una torre detta Torre di Ligny voluta dal vicerè Claudio la Moraldo principe di Ligny.
Torre di LignyLa torre, che irrobustì la fortificazione aveva, il compito di avvistare la imbarcazioni nemiche.
Oggi sede del Museo della Preistoria, contiene al suo interno non solo reperti storici provenienti dalla provincia di Trapani, ma anche dal Sud Africa, dalla Tunisia e dall'Algeria.
Le uniche vie d'accesso alla città erano le numerose porte che si dislocavano lungo il perimetro delle mura.
Certamente dopo la dominazione punica la città subì numerosi cambiamenti, trasformandosi via via da un piccolo borgo dipendente dal porto ad una vera e propria città fortificata.
È però nella primavera del 241 a.C. che Roma, risentita della sconfitta precedente ad opera dei punici, si prese la rivincita.
Il generale C. Lutazio Catulo si presentò davanti il porto di Trapani con 200 navi, prendendo di sorpresa la città che intanto era insidiata via terra.
Il compito di fermare la flotta nemica fu affidato ad Annone che volendo cogliere di sorpresa i romani si fermò con la sua flotta, riunitasi in fretta, nell'isola di Hiera (Marittimo).
Ma il console Lutazio, accortosi della minaccia nemica, si mise nell'isola di fronte Egusa (Favignana) e approfittando dell'agilità delle sue navi sbarrò la strada ad Annone che, iniziata la battaglia si trovò circondato, di conseguenza numerose navi cartaginesi furono sconfitte e la guerra fu vinta dai romani.
Dalla sconfitta punica, Trapani, unico fortilizio rimasto alla città di Cartagine, passò nelle mani dei romani, che tolsero alla città la libertà di cui essa godeva durante la colonizzazione punica.
Successivamente Amilcare, incaricato da Cartagine, raggiunse con Roma, nell'isola di Marettimo un trattato di Pace che pose fine alla prima guerra punica.
La Sicilia divenne provincia romana e tutto il territorio fu soggetto ad un Pretore.
Il trattamento riservato alle singole città sicule era diverso, e dipendeva dal comportamento che esse avevano tenuto durante la guerra: quelle che si erano arrese spontaneamente vennero chiamate città decumane (civitas decumanae), cioè libere e direttamente responsabili della loro amministrazione; quelle invece che avevano opposto resistenza fino alla fine vennero chiamate città censorie (civitas censoriae), cioè proprietà del popolo romano.
Trapani che mantenne durante la guerra una posizione netta assunse il nome di Drepanum e venne definita civitas censoria.
Durante la dominazione romana Trapani cadde in una profonda crisi economica, perse il cantiere navale e i traffici commerciali e marittimi diminuirono, cominciò a nascere la disoccupazione che portò ad uno spopolamento del territorio.
Il governo fu affidato ad un propretore che non consentì al Senato e al popolo l'autonomia amministrativa.
Roma tolse ai trapanesi le loro proprietà e impose pesanti tasse, che servivano per il mantenimento del proprio esercito e dei propri delegati.
Le terre che Roma tolse ai trapanesi furono affidate all'aristocrazia romana che spesso affidavano a persone di fiducia i loro terreni, portando così allo sviluppo del latifondo.
Le tasse imposte dai romani divennero sempre più insostenibili, inoltre l'aumento della schiavitù portò ad un innalzamento della disoccupazione, e alla nascita di una lotta fra schiavi e padroni.
Diventata il “granaio di Roma” la Sicilia doveva solo attendere la venuta degli arabi per cercare di riprendersi economicamente.
Due importanti avvenimenti assunsero maggior rilievo durante la dominazione romana: l'avvento del Cristianesimo che già dal I sec. d.C. incominciò a mettere in crisi la civiltà romana, con la conseguente modifica del tessuto urbano, e la formazione delle colonie ebraiche iniziata dopo la distruzione di Gerusalemme in seguito al decreto dell'imperatore Tito (70 d.C.).
Non furono molti gli Ebrei che si stabilirono a Trapani, ma quei pochi abitarono insieme ai Cristiani, fino a quando nel 1312 furono costretti a vivere in luoghi separati dagli altri cittadini.
Ad essi furono imposti divieti ma anche privilegi tra cui il riconoscimento dell'«jus prothomiseos intra et contra se ipso set non contra Christianos», cioè i privilegi di re Martino.
Pur rappresentando una piccola parte di comunità gli Ebrei si inserirono brillantemente nel campo professionale, artigianale ed economico ma anche culturale, vivendo all'interno della città insieme ai cristiani, fino a quando Federico III d'Aragona attuò una divisione che portò all'emarginazione degli Ebrei a ponente, vicino al porto.
Palazzo della Giudecca o Palazzo CiambraProbabilmente la via Tintori che si trova proprio nella zona del porto, prende il nome dall'ebreo Nachonus Tinturi e dalla presenza di un piccolo cimitero fuori dalla Porta Botteghelle.
Quando nel 1485 la comunità incominciò a crescere, gli Ebrei costruirono all'interno del loro ghetto il Palazzo della Giudecca che sorgeva accanto alla sinagoga e alle abitazioni.
La costruzione del Palazzo corrispose con il consolidamento delle mura, questo creò uno scontro tra cristiani, che volevano far pagare le spese del rifacimento delle mura interamente agli Ebrei, e gli Ebrei che invece dicevano che le mura appartenevano a tutti i cittadini quindi tutti dovevano pagare.
Nel 395 d.C. l'impero romano venne diviso in occidentale e orientale, la Sicilia cadde così sotto il controllo dell'Impero Romano d' Oriente.
Dopo l'editto di Costantino, che permise la libertà di culto si andò sempre più diffondendo il Cristianesimo che pian piano sostituì le religioni pagane.
Nella Sicilia Occidentale il Cristianesimo si diffuse molto lentamente soprattutto nei primi due secoli, verso la fine del II sec. nelle isole Egadi si incominciarono a stabilire delle piccole comunità cristiane, soprattutto a Levanzo e a Favignana, mentre nel III sec. inizia a diffondersi molto più rapidamente creando così la necessità di trasformare i luoghi di culto pagano in chiese cristiane.
Secondo la tradizione la prima chiesa cristiana fondata nella città di Trapani fu S. Pietro, destinata a diventare la parrocchia della città, essa fu costruita dove in origine sorgeva un tempio dedicato al dio Saturno o Nettuno nel quartiere Casalicchio o di S. Pietro.
Nel 1076 gli venne attribuito il titolo di protobasilica, e fu ricostruita dal conte Ruggero, con il passare del tempo la chiesa assunse dimensioni sempre più grandi.
Con la divisione dell'impero romano e il passaggio di obbedienza al Patriarca di Costantinopoli, venne facilitata nelle chiese siciliane la diffusione del culto greco, soprattutto nel 536 con la venuta del generale Basilario.
Alcuni ritengono che quando Balisario arrivò a Trapani, fondò tre chiese di rito greco, queste erano: quella di S. Sofia, S. Caterina, e quella dell'Ascensione.
La chiesa di S. Sofia, situata fuori dalle mura, fu ricostruita dopo il 1421 prendendo il nome di Maria SS. del Soccorso, accanto alla chiesa venne costruito anche un monastero, che in seguito fu affidato alle suore dell'Ordine dei domenicani grazie alle quali divenne uno dei più ricchi e grandi della città.
Col passare del tempo sia la chiesa che il convento vennero ampliati.
La chiesa di S. Caterina, detta di “la Porta Nuova”, di cui oggi non ne rimane nulla, probabilmente sorgeva in via XXX Gennaio.
Infine vi era la chiesa dell'Ascensione, sede del capo della chiesa ortodossa, fu modificata e ristrutturata nel XIV sec. dalla famiglia Chiaramonte, in seguito prese il nome di S. Nicolò dal nome della cappella fatta costruire al suo interno dalla famiglia.

 

Trapani - La Storia




STUDIO DI TRAPANI DALLE ORIGINI AI NOSTRI GIORNI
ITINERARI ARTISTICO CULTURALI

CAPITOLO 2
Lo sviluppo del nucleo cittadino fino alla dominazione bizantina

Originariamente Trapani aveva una forma quadrata, con un perimetro che si estendeva per circa un miglio.
Essa era delimitata dalla cinta di mura lungo la via XXX Gennaio, che segnava il confine con la campagna, dalla quale era divisa da un fossato e da un canale navigabile che collegava i due mari, quello di tramontana e quello di mezzogiorno.
L'estensione del territorio occupava gli attuali quartieri di S. Pietro e S. Nicola.
Trapani assunse un'importanza strategica soprattutto durante la prima guerra punica, combattuta tra cartaginesi e romani.
La città fu sempre protetta da una robusta cinta muraria che nel corso dei secoli subì molti cambiamenti.
Le mura, elemento importante per la difesa della città, si estendevano da Piazza Vittorio Veneto, via XXX Gennaio, via Ammiraglio Staiti, verso ovest per torre Ligny e poi verso est lungo il Mar Tirreno.
Purtroppo oggi di queste ne rimangono solo pochi resti a causa dell'abbattimento che avvenne nel 1870.
Le 5 torri, sentinelle della città, furono realizzate durante la colonizzazione fenicia.
Esse erano: Torre del Castello di Terra, Torre Peliade (Colombaia), Torre Pali, Torre Vecchia e Torre Oscura.
CASTELLO DI TERRALa Torre del Castello di Terra, di origine punica, era situata a Piazza Vittorio Veneto, dove ora sorge il palazzo della Questura, dietro il quale possiamo ancora oggi ammirarne i resti lungo il litorale Dante Alighieri.
La torre fu ristrutturata nel XIV sec, e dopo numerosi cambiamenti nell'800 assunse le sembianze di una caserma borbonica, infine fu abbattuta per dare spazio alla nuova costruzione della Questura.
L'altra guardiana della città era la Torre Peliade, detta anche Colombaia, opposta al Castello di Terra, che sorse sul piccolo isolotto omonimo.
Voluta da Amilcare Barca, Generale cartaginese, essa era un fortilizio militare e guida per i naviganti, in quanto situata all'ingresso del prezioso porto.
Ristrutturata nel periodo aragonese dopo il 1534, subì molti cambiamenti, messi in atto da Carlo V e Filippo II.
La struttura è tipicamente gotica come la strutture militari del XIV sec.
Nel 1670 secondo il volere del principe di Ligny il Castello subì un consolidamento ad opera del De Grunemberg.
Fino agli anni 60' il Castello fu adoperato come carcere.
Non meno importante era il Bastione dell'Impossibile così chiamato per le difficoltà a cui dovettero far fronte i suoi costruttori, a causa del terreno acquitrinoso.
Nel 1671 fu fatta edificare una torre detta Torre di Ligny voluta dal vicerè Claudio la Moraldo principe di Ligny.
Torre di LignyLa torre, che irrobustì la fortificazione aveva, il compito di avvistare la imbarcazioni nemiche.
Oggi sede del Museo della Preistoria, contiene al suo interno non solo reperti storici provenienti dalla provincia di Trapani, ma anche dal Sud Africa, dalla Tunisia e dall'Algeria.
Le uniche vie d'accesso alla città erano le numerose porte che si dislocavano lungo il perimetro delle mura.
Certamente dopo la dominazione punica la città subì numerosi cambiamenti, trasformandosi via via da un piccolo borgo dipendente dal porto ad una vera e propria città fortificata.
È però nella primavera del 241 a.C. che Roma, risentita della sconfitta precedente ad opera dei punici, si prese la rivincita.
Il generale C. Lutazio Catulo si presentò davanti il porto di Trapani con 200 navi, prendendo di sorpresa la città che intanto era insidiata via terra.
Il compito di fermare la flotta nemica fu affidato ad Annone che volendo cogliere di sorpresa i romani si fermò con la sua flotta, riunitasi in fretta, nell'isola di Hiera (Marittimo).
Ma il console Lutazio, accortosi della minaccia nemica, si mise nell'isola di fronte Egusa (Favignana) e approfittando dell'agilità delle sue navi sbarrò la strada ad Annone che, iniziata la battaglia si trovò circondato, di conseguenza numerose navi cartaginesi furono sconfitte e la guerra fu vinta dai romani.
Dalla sconfitta punica, Trapani, unico fortilizio rimasto alla città di Cartagine, passò nelle mani dei romani, che tolsero alla città la libertà di cui essa godeva durante la colonizzazione punica.
Successivamente Amilcare, incaricato da Cartagine, raggiunse con Roma, nell'isola di Marettimo un trattato di Pace che pose fine alla prima guerra punica.
La Sicilia divenne provincia romana e tutto il territorio fu soggetto ad un Pretore.
Il trattamento riservato alle singole città sicule era diverso, e dipendeva dal comportamento che esse avevano tenuto durante la guerra: quelle che si erano arrese spontaneamente vennero chiamate città decumane (civitas decumanae), cioè libere e direttamente responsabili della loro amministrazione; quelle invece che avevano opposto resistenza fino alla fine vennero chiamate città censorie (civitas censoriae), cioè proprietà del popolo romano.
Trapani che mantenne durante la guerra una posizione netta assunse il nome di Drepanum e venne definita civitas censoria.
Durante la dominazione romana Trapani cadde in una profonda crisi economica, perse il cantiere navale e i traffici commerciali e marittimi diminuirono, cominciò a nascere la disoccupazione che portò ad uno spopolamento del territorio.
Il governo fu affidato ad un propretore che non consentì al Senato e al popolo l'autonomia amministrativa.
Roma tolse ai trapanesi le loro proprietà e impose pesanti tasse, che servivano per il mantenimento del proprio esercito e dei propri delegati.
Le terre che Roma tolse ai trapanesi furono affidate all'aristocrazia romana che spesso affidavano a persone di fiducia i loro terreni, portando così allo sviluppo del latifondo.
Le tasse imposte dai romani divennero sempre più insostenibili, inoltre l'aumento della schiavitù portò ad un innalzamento della disoccupazione, e alla nascita di una lotta fra schiavi e padroni.
Diventata il “granaio di Roma” la Sicilia doveva solo attendere la venuta degli arabi per cercare di riprendersi economicamente.
Due importanti avvenimenti assunsero maggior rilievo durante la dominazione romana: l'avvento del Cristianesimo che già dal I sec. d.C. incominciò a mettere in crisi la civiltà romana, con la conseguente modifica del tessuto urbano, e la formazione delle colonie ebraiche iniziata dopo la distruzione di Gerusalemme in seguito al decreto dell'imperatore Tito (70 d.C.).
Non furono molti gli Ebrei che si stabilirono a Trapani, ma quei pochi abitarono insieme ai Cristiani, fino a quando nel 1312 furono costretti a vivere in luoghi separati dagli altri cittadini.
Ad essi furono imposti divieti ma anche privilegi tra cui il riconoscimento dell'«jus prothomiseos intra et contra se ipso set non contra Christianos», cioè i privilegi di re Martino.
Pur rappresentando una piccola parte di comunità gli Ebrei si inserirono brillantemente nel campo professionale, artigianale ed economico ma anche culturale, vivendo all'interno della città insieme ai cristiani, fino a quando Federico III d'Aragona attuò una divisione che portò all'emarginazione degli Ebrei a ponente, vicino al porto.
Palazzo della Giudecca o Palazzo CiambraProbabilmente la via Tintori che si trova proprio nella zona del porto, prende il nome dall'ebreo Nachonus Tinturi e dalla presenza di un piccolo cimitero fuori dalla Porta Botteghelle.
Quando nel 1485 la comunità incominciò a crescere, gli Ebrei costruirono all'interno del loro ghetto il Palazzo della Giudecca che sorgeva accanto alla sinagoga e alle abitazioni.
La costruzione del Palazzo corrispose con il consolidamento delle mura, questo creò uno scontro tra cristiani, che volevano far pagare le spese del rifacimento delle mura interamente agli Ebrei, e gli Ebrei che invece dicevano che le mura appartenevano a tutti i cittadini quindi tutti dovevano pagare.
Nel 395 d.C. l'impero romano venne diviso in occidentale e orientale, la Sicilia cadde così sotto il controllo dell'Impero Romano d' Oriente.
Dopo l'editto di Costantino, che permise la libertà di culto si andò sempre più diffondendo il Cristianesimo che pian piano sostituì le religioni pagane.
Nella Sicilia Occidentale il Cristianesimo si diffuse molto lentamente soprattutto nei primi due secoli, verso la fine del II sec. nelle isole Egadi si incominciarono a stabilire delle piccole comunità cristiane, soprattutto a Levanzo e a Favignana, mentre nel III sec. inizia a diffondersi molto più rapidamente creando così la necessità di trasformare i luoghi di culto pagano in chiese cristiane.
Secondo la tradizione la prima chiesa cristiana fondata nella città di Trapani fu S. Pietro, destinata a diventare la parrocchia della città, essa fu costruita dove in origine sorgeva un tempio dedicato al dio Saturno o Nettuno nel quartiere Casalicchio o di S. Pietro.
Nel 1076 gli venne attribuito il titolo di protobasilica, e fu ricostruita dal conte Ruggero, con il passare del tempo la chiesa assunse dimensioni sempre più grandi.
Con la divisione dell'impero romano e il passaggio di obbedienza al Patriarca di Costantinopoli, venne facilitata nelle chiese siciliane la diffusione del culto greco, soprattutto nel 536 con la venuta del generale Basilario.
Alcuni ritengono che quando Balisario arrivò a Trapani, fondò tre chiese di rito greco, queste erano: quella di S. Sofia, S. Caterina, e quella dell'Ascensione.
La chiesa di S. Sofia, situata fuori dalle mura, fu ricostruita dopo il 1421 prendendo il nome di Maria SS. del Soccorso, accanto alla chiesa venne costruito anche un monastero, che in seguito fu affidato alle suore dell'Ordine dei domenicani grazie alle quali divenne uno dei più ricchi e grandi della città.
Col passare del tempo sia la chiesa che il convento vennero ampliati.
La chiesa di S. Caterina, detta di “la Porta Nuova”, di cui oggi non ne rimane nulla, probabilmente sorgeva in via XXX Gennaio.
Infine vi era la chiesa dell'Ascensione, sede del capo della chiesa ortodossa, fu modificata e ristrutturata nel XIV sec. dalla famiglia Chiaramonte, in seguito prese il nome di S. Nicolò dal nome della cappella fatta costruire al suo interno dalla famiglia.

 

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